Gelosia by Camilla Baresani

Gelosia by Camilla Baresani

autore:Camilla Baresani [Baresani, Camilla]
La lingua: ita
Format: epub
editore: La nave di Teseo
pubblicato: 2020-01-19T23:00:00+00:00


Antonio

Anche Antonio aveva subito un trauma, non solo sua moglie. Però Bettina poteva dirlo, magari persino gridarlo, avendo fatto crescere Aimone nel proprio corpo per quasi nove mesi. Invece a un padre non è concesso abbandonarsi all’infelicità della perdita. Il figlio non è tanto suo quanto della madre, e dunque il povero Antonio sentiva di aver subito una forma di discriminazione, quella del dolore. Pronto a vantarsi di essere diventato padre, a esibire con orgoglio il bebè, pronto a insegnargli a nuotare non nelle acque dolci del Garda bensì in quelle più spettacolari e ardimentose della Grotta Azzurra, pronto persino a creare una linea di prodotti per l’igiene personale intitolata all’erede, con tenera fragranza ad hoc, si era trovato nello stesso vuoto della moglie, che per giunta gli aveva comunicato di aver deciso che mai più un bambino sarebbe passato dal suo corpo. E cosa ci si sposa a fare, se non per il desiderio più umano al mondo, darsi un seguito, crearsi una successione, immaginare il futuro attraverso la crescita di un figlio? Per mesi, vedendo la pancia di Bettina che cresceva, dimenticato ogni timore di aborto involontario, aveva pregustato la gioia di sua madre e di suo padre, i nonni!, le foto nei loro telefonini da mostrare ai colleghi di lavoro, la squisitezza bionda di sua moglie nell’atto di allattare, la fortuna del figlio, o della figlia, che stava per aprirsi alla vita in una famiglia così bella, armoniosa, privilegiata. Tutto inutile.

Non che Antonio volesse addossare esclusivamente alla perdita delle speranze l’essere finito nella trappola che si era sempre ripromesso di evitare: mai e poi mai avere storie con una persona con cui si lavora, tantomeno una dipendente!, e, peggio ancora, non da uomo libero ma da sposato, con una situazione spinosa di gravidanze agognate e non riuscite.

Che fosse la sua frustrazione di padre e marito, o piuttosto l’anno intero passato con Sonia parlando continuamente di lavoro, di idee e progetti, con un’assidua comunanza intellettuale ma anche fisica, sempre soli nello stesso piccolo ufficio, oppure in macchina o in aereo, uno vicino all’altra, un anno di quelli che alla fine portano inevitabilmente, come uno scivolo, a fare l’amore, che fosse dunque l’insieme di fragilità emotiva derivante dalla mancata paternità o piuttosto la situazione oggettiva di condivisione delle giornate, sta di fatto che Antonio era gravato da un senso di colpa considerevole, e al contempo era irritato dal provarlo. È assurdo sentirsi in colpa per una cosa ineluttabile, pensava. Se qualcuno avesse istituito un tribunale dell’amore con un giudice morale e non moralista, quel giudice l’avrebbe assolto per non aver commesso il fatto, perché avrebbe capito che per Antonio in una simile situazione non c’era scampo: aveva semplicemente fatto quello che la natura di qualsiasi essere umano non robotizzato l’avrebbe spinto a fare. E sì che aveva preso le precauzioni del caso, a partire dalla scelta di una collaboratrice anonima, o comunque non bella, proprio lui che era un’esteta; ma quelle contromisure, inclusa la salda volontà di tenersi lontano da Sonia, non sarebbero bastate nemmeno a Savonarola.



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